C’è il respiro sommesso della tradizione nelle pitture su vetro di Anna Torregrossa. Una tradizione che non va intesa come mera e sterile ripetitività di canoni estetici obsoleti, ma che implica, piuttosto, il profondo desiderio di sperimentare, rivitalizzandole, tecniche espressive ormai neglette.
Dipingere su vetro richiede abilità certosina e grande attenzione nella stesura dei colori. Il loro progressivo sovrapporsi (procedendo dai particolari in primo piano verso lo sfondo) si fa metafora di quell’intima sedimentazione esperienziale che è l’iter obbligato di ogni artista. Ed è proprio una leggiadra sensibilità estetica, associata ad un sincero vissuto religioso, il filtro grazie al quale la pittrice ha fatto decantare immagini ed atmosfere del passato. Ricorrono nei suoi vetri tutti i soggetti “classici” di un genere che sarebbe ingiusto, riduttivo etichettare come “naïf” e popolare. Dagli ex voto alle raffigurazioni di santi, dalle natività alle pietà, dalle Madonne ai ritratti di Cristo è tutto un susseguirsi di policromie vivaci che incantano l’osservatore. Ogni dipinto è la tappa di un percorso figurativo che, intrapreso di termini di pura imitazione, è giunto alla meta di una creatività autonoma e spontanea. […] La spiritualità, sembra volere dire la pittrice, è un continuo ed inesausto cammino, il cui traguardo, come un miraggio, sfugge all’orizzionte.
Salvo Ferlito
CATALOGO: Edizioni Elle Arte, pp. 16, illustrazioni 11
PRESENTAZIONE: Salvo Ferlito, Claudia Nazari, Laura Romano
PATROCINIO: Provincia Regionale di Palermo
RECENSIONI: “Giornale di Sicilia” Guida città 4 dicembre 1999; “Il Mediterraneo” 7 dicembre 1999; Salvo Ferlito “Sicilia Tempo” 4 dicembre 1999.