Colorista morbido e avvolgente, Angiletti ha nel pastello il suo elettivo mezzo d’espressione.
Proprio il pastello, infatti, con la sua stesura impalpabile e aeriforme, si rivela funzionale ad una espressività delicata e senza eccessi, tutta tesa a enucleare e rendere al meglio la componente più affettiva d’ogni rappresentazione.
Non è un caso, quindi, che egli rivolga ai soggetti naturali di tipo paesaggistico la sua attenzione prevalente, quasi a ribadire l’impareggiabilità di questa tecnica – il pastello per l’appunto – nella resa della più minima vibrazione luministica o declinazione di colore. Quella luce e quei colori tipicamente mediterranei, che Angiletti coglie con perizia e senza enfasi, cristallizzandoli in estese azzurrità di cieli ed acque (Spiaggia), nel verdeggiare di vasti campi (Campagna in primavera) o nell’accendersi di messi rigogliose (Grano al vento), il tutto in un prevalere di armonici trapassi tonalistici, atti a restituire all’osservatore quella dolcezza della natura insulare, assai spesso negletta in favore d’una visione troppo estroflessa e riverberante.
La stesura sempre levigata e quasi serica, nella quale il nostro artista eccelle (riproponendola peraltro, benché con minor intensità, anche nella pittura ad olio), pur indugiando in effetti di amalgama smaltata e in virtuosismi coloristici, e pur essendo per lo più finalizzata ad un paesaggismo di tipo fotografico – però stemperato in dissolvenze trasognate – che si inscrive in una tradizione autoctona plurisecolare, sfugge sempre, tuttavia, ad esiti di stucchevolezza o di tedioso déjà-vu, in virtù della percepibile empatia che guida il pittore calatino nel suo rapporto coi soggetti da ritrarre. E che Angiletti ami la natura siciliana e riesca a dar corpo, coi colori, a questo amore è cosa, infatti, che si percepisce chiaramente osservando i suoi dipinti. Il che riscatta il suo linguaggio figurativo dai comuni rischi dell’ovvio e risaputo, restituendoci un artista in grado di rilanciare la pittura di paesaggio e di veduta in termini di sicuro fascino e credibilità. Una dote che gli va riconosciuta e che lo distingue dai tanti, troppi figurativi, insulari (e non), incapaci di uscire dai recinti dei più facili cliché.
Salvo Ferlito
PRESENTAZIONE: Salvo Ferlito
RECENSIONI: “La Repubblica” 13 ottobre 2006; “Giornale di Sicilia” Guida Città 13, 17, 26 ottobre 2006; Lapis n.155 ottobre 2006; Francesco Scorsone “Centonove” 20 ottobre 2006.