Segno e colore nelle opere di Giovanni Schifani, ci sorprendono per l’icastica saldezza dell’accensione timbrica nella quale si rivela l’aspra bellezza del paesaggio siciliano.
Il suo attento occhio di contemporaneo ne coglie classicamente il vigore sorprendendo la rappresentazione tra l’elegia virgiliana e la secchezza montaliana, tra scabrosità e dolcezza, diremmo, quasi che tra verità e visione, si insinuasse la coscienza di una disarmonia che la volontà estetica voglia risanare spinta da un sentimento cromatico che non è mai astrazione poiché la specola da cui egli guarda il mondo, la campagna di Chiusa Sclafani, è un luogo privilegiato nel quale la natura conserva ancora la solarità incorrotta dell’incanto.[…] Nello spazio dove il suo colore si spande o si raggruma, c’è, infatti, una trionfante luce che parla della Sicilia segreta, ma non come di un luogo circoncluso e mitico, bensì come di una realtà percepibile in ogni parte del mondo dove il desiderio della bellezza resiste e trova riscontro nell’occhio di chi la sappia ricercare, anche restando chiuso nel territorio circoscritto dai monti Sicani, come accade al pittore, o di chi soffre la prigionia nell’orto montaliano dove il profumo dei limoni, al di là della metafora, riconduce però al vigore della terra e s’apre infinitamente alle “trombe d’oro della solarità”.[…]
Piero Longo
CATALOGO: Elledizioni, collana “Ritorno alla pittura” 8, pp. 40, illustrazioni 24
PRESENTAZIONE: Piero Longo
PATROCINIO: Provincia Regionale di Palermo
SPONSOR: MG Auto
RECENSIONI: Gabriella Ciancimino “La Sicilia” 4 maggio 2002; Paola Nicita “La Repubblica” 4 maggio 2002; Aldo Gerbino “Giornale di Sicilia” 10 maggio 2002; “Carta Sicilia” rubrica on line 14 maggio 2002; Salvo Ferlito www.pittorica.it maggio 2002.