[…]Salvatore Caputo vive la dimensione remota che annulla i contorni reali delle cose, e sente la pittura come il solo strumento in nostro possesso per porre fine al mutamento e alle metamorfosi, a questo continuo trapassare in altro, che è rinvio di significato e dolente coscienza di una nostra separazione; spazio che si apre dentro ogni immagine e rende precario e vulnerabile il nostro vivere.
I suoi paesaggi nel gioco sfuggente di una regola che è mistero, di luce e di colore, di insospettati spessori e segreti impatti affondano in questa dimensione che non è realtà di natura ma evocazione di tempo e luoghi originari, di presenze archetipe, di territori e distanze assolute, avvolti come sono in questo fitto silenzio e da questa sensazione di fonda solitudine, da questa domanda ancora senza risposta sull’irrangiungibile forma e finale armonia. […]
Elio Mercuri
[…]Le opere di Manlio Giannici propongono il gioco dei simboli al limite del metafisico. Tele virtuosamente realizzate e generosamente offerte come un omaggio alla natura: i sassi nudi senza orizzonte e le foglie dalle sottili venature percorse dal brivido di una trasparente goccia d’acqua; oppure l’incanto di un fondo marino evocano -attraverso un segno di estrema pulizia pittorica- scenari di notevole bellezza formale, e certamente anche ambigui, come ambigui sono i sogni.
Manlio Giannici, con un segno grafico smaliziato, racconta le metafore della vita e dell’arte, esplora le zone dell’inconscio e ci restituisce una immagine da interpretare di volta in volta. Una cortina rossa, un pavimento a scacchi e una testa bianca di statua classica spezzata esprimono inquietudine ma costituiscono anche l’espressione di una acuta sensibilità al limite estremo di un delicato equilibrio tra arte, vita e psicoanalisi.
Giuseppe Quatriglio
CATALOGO: Elledizioni, pp. 16, illustrazioni 2
PRESENTAZIONE: Salvatore Lo Bue
PATROCINIO: Provincia Regionale di Palermo
RECENSIONI: “Giornale di Sicilia” Guida Città 18 luglio 2001; Salvo Ferlito “L’Ora” 24 luglio 2001.
OPERE DI: Salvatore Caputo e Manlio Giannici.