La grafica come teatro della memoria, come simbolica ribalta su cui esporre le sbiadite “memorabilia” di tutta un’esistenza.
Sono proprio i ricordi, velati dalle brume del passato prossimo e remoto, la linfa vitale cui ama attingere Tino Signorini.
Evocati dal grumo scuro della psiche e ordinati secondo un’intima scansione cronologica, in cui l’affanno del lavorio degli anni cede a una meditatività pausata e avvolgente, essi costituiscono i reperti d’un mondo sommesso ed antieroico, lungamente introiettato fino a depurarsi d’ogni vanagloria e falsa retorica. Un’autoanalisi da cui deriva una silente narrazione per immagini, ove il “visibile” pare emergere a fatica dalle nebbie circostanti, quasi che il rimembrare riaprisse “vulnera” a stento suturate dall’oblio del tempo; di quel tempo soggettivamente vissuto e percepito, che fa di ogni esperienza un unicum di irripetibile e insondabile mistero.[…]
Salvo Ferlito
CATALOGO: Elledizioni, collana “I diaspri” 1, pp. 16, illustrazioni 7
In collaborazione con la Fondazione Thule Cultura
PRESENTAZIONE: Salvo Ferlito
RECENSIONI: “La Repubblica” 18 gennaio 2003; “Giornale di Sicilia” Guida Città 18 gennaio 2003; Paola Nicita “La Repubblica” 23 gennaio 2003; Salvo Ferlito “L’Inchiesta” gennaio 2003; Emilia Valenza “Giornale di Sicilia” 29 gennaio 2003; Paola Nicita “La Repubblica” 30 gennaio 2003.